Il numero uno del club rossonero, Yonghong Li, attende il congresso del partito comunista cinese. Se ci sarà la decisione di far rientrare i capitali investiti, il Milan rischia di finire al Fondo Elliott.
Pochi giorni fa, l’agenzia Reuters riportava l’indiscrezione secondo cui Yonghong Li, presidente del Milan, fosse al lavoro per due obbiettivi: ripartizione del rischio e ricerca di nuovi investitori per fare fronte all’indebitamento con il Fondo Elliott, pari a 303 milioni di euro da rimborsare entro ottobre 2018 a tassi di interesse cospicui. I nomi dei possibili nuovi investitori per la causa rossonera sarebbero quelli di Goldman Sachs e Merril Lynch.
Le decisioni del partito comunista
Come si legge su Libero, se la squadra di Montella è attesa domenica 15 dal match contro l’Inter, la società di via Aldo Rossi attende il 18 ottobre, quando si svolgerà il congresso del partito comunista cinese. L’assise potrebbe decidere di restringere ulteriormente la possibilità di investire all’Estero. Tale decisione complicherebbe i piani di Yonghong Li. Se poi il Governo della Cina richiamerà gli investitori, allora la situazione rischia di precipitare: Mister Li ha infatti raccolto circa 200 milioni da Huarong e Haixia nell’investimento riguardante l’acquisizione del Milan.
Fondo Elliott dietro l’angolo
Sempre secondo il quotidiano milanese, se si materializzassero queste decisioni e queste conseguenze, il Milan potrebbe finire proprio al Fondo Elliott. A meno che Yonghong Li non sarà in grado in altro modo di trovare altri finanziatori al fine di onorare l’impegno con il fondo americano. Un’altra ipotesi sul tavolo è quella che prevede la cessione di una quota minoritaria del Milan: l’obbiettivo sarebbe quello di incamerare circa 200 milioni per coprire buona parte del debito contratto con il Fondo Elliott. Dopo l’investimento estivo, del resto, il valore del club rossonero è aumentato notevolmente, considerando che – debiti esclusi – Yonghong Li ha pagato 520 milioni a Fininvest per il 99,93% del Milan.